Oggi ti voglio parlare di un sentimento abbastanza comune, che spesso si prova quando qualcuno o qualcosa si allontana da te e dalle tue aspettative:
la mancanza
e il relativo senso di vuoto che si prova quando questo qualcosa non è più nella tua vita.
Provare mancanza è del tutto naturale e provare questo sentimento ci rende assolutamente umani.
La definizione di mancanza
Intanto partiamo dalla definizione di mancanza secondo il dizionario.
Ve ne sono due, e cioé:
1 Assenza di qlcu. o di qlco. o anche presenza insufficiente SINcarenza: sentire la mancanza di una persona • loc. prep.in mancanza di, in assenza di
2 Mancato adempimento di un impegno; errore, imperfezione: commettere una mancanza imperdonabile
Nella prima definizione, la mancanza è riferita ad una persona o qualcosa, alla quale sei legato e che probabilmente in qualche forma è venuta a mancare definitivamente o momentaneamente.
Nella seconda definizione, la mancanza è riferita a qualcosa di imperfetto, in questo caso nel tuo modo di percepire la realtà, presumibilmente migliorabile.
In psicanalisi la mancanza è direttamente collegata al desiderio, nel rapporto tra soggetto/oggetto.
Jacques Lacan dice che l’oggetto del desiderio ridefinisce il soggetto stesso attraverso il riconoscimento del suo desiderio.
In pratica, grazie agli altri, il nostro sé può ridefinirsi continuamente.
Ma in psicanalisi spesso si evidenzia un rapporto di dipendenza dall’altro, in quanto l’Essere in sé nasce incompleto, come se avesse una crepa interiore impossibile da sanare.
Ed è la vita stessa che ti porta a diventare un essere completo attraverso l’esperienza con gli altri.
Gli altri sono funzionali al tuo percorso, così tu lo sei per gli altri.
Insieme percorriamo la vita, è impossibile prescindere dall’altro.
Mancanza e(a)ffettiva o abitudine?
Come spesso ho già accennato, pensieri, emozioni e sensazioni fisiche sono direttamente ed inevitabilmente collegate.
E di conseguenza anche lo stato di salute e il livello di felicità che sperimentiamo di giorno in giorno.
I gesti quotidiani, le routine, le certezze e le abitudini creano dei circuiti stabili nel tuo cervello, rilasciando ormoni che ti fanno sentire “al sicuro”, tranquillo/a. (Serotonina, progesterone, etc.).
La vita per definizione non è mai qualcosa di stabile, di immutabile, anzi, al contrario di quanto hanno cercato di farti credere sin da piccolo, la vita è qualcosa di estremamente variabile ed imprevedibile.
Ecco perché molti profeti, filosofi, motivatori, insegnano ad allenarsi al “distacco”, ma non in senso cinico distaccandosi dalla vita in totale “solitudine”, come un eremita, un asceta o senza provare empatia per l’Universo che ti circonda, anzi, proprio tutto il contrario.
Intendo per distacco il “non attaccamento” ad un’abitudine, ad una persona, o all’abitudine di una persona, alle dipendenze in generale.
Vivere la vita in totale pienezza, godendo della presenza delle persone amate, senza proiettare su di loro l’idea che hai di loro (comportamenti, progetti, attitudini) per non diventare tu stesso schiavo dell’idea che ti sei fatto e per lasciare libero/a la persona al tuo fianco di “Essere” semplicemente ciò che sceglie di essere in tempo reale.
In questo modo ti alleni alla mancanza, nel senso che non dai nulla per scontato, non proietti lontano, sei nel qui ed ora, dove tutto può cambiare.
E se qualcosa cambia, tu sei pronto a rimanere in equilibrio, impari a cadere sempre meno e se cadi, cadi in piedi.
Ciò ti fa rendere conto di quanto sia “prezioso” un istante, un bacio, una carezza, il tempo che trascorri con qualcuno, un amico o il tuo Amore.
Ad una prima lettura questo può sembrare utopico, difficile da attuare e non dico che sia facile.
La maggior parte delle persone, amici, fidanzati, sposi, pianificano una vita insieme, o una dei due sovente pianifica la vita per entrambi quando spesso, inesorabilmente poi la vita riporta coi piedi per terra e accade qualcosa che scombina i piani.
Il dolore è qui che nasce.
Quando non sopporti che i tuoi piani si distaccheranno da quella che sarà la realtà.
Non pre-occuparti del futuro, immaginalo certo, ma non fare che precludi il tuo presente.
Così come il passato, consideralo, ma non far si che continui a distruggere il tuo presente.
Tu sei qui e adesso puoi decidere di cambiare Chi Sei.
Puoi farlo certo, gli unici limiti sono quelli nella tua testolina. 🙂
Cosa davvero ti manca?
Quando qualcuno a te caro lascia questa Terra o una relazione finisce, inevitabilmente si cade.
E’ impossibile non starci male in questi casi, ma ci si può “relativamente presto” ri-assettare sulla nuova condizione.
Spesso ciò che manca sono i gesti quotidiani con l’altro/a, le cose dette e fatte insieme.
Spesso è la persona stessa che manca, la sua essenza, non solo le cose che si facevano insieme.
In questo caso la meditazione e la ricerca del proprio spazio dove viversi il dolore è fondamentale.
Il dolore non va allontanato anzi, va accolto, è giusto viversi il lutto, piangendo e lasciandolo scorrere.
Nel primo caso invece, se era solo l’abitudine all’altro/a, basterà semplicemente sostituire le vecchie abitudini con alcune nuove.
Questo ovviamente non ti farà progredire nella conoscenza di te stesso e ti renderà sempre volubile in base agli accadimenti esterni.
Ma ad alcune persone questo è sufficiente e qui non sto a giudicare cosa sia meglio o peggio per tutti, ognuno può e deve sentirsi allineato con il proprio sé e con il momento storico che sta vivendo.
Se avrà voglia di mettersi in discussione ci sarà tempo per farlo.
La precarietà della vita: nessuna certezza, ma quanta attenzione al presente!
Vivere la vita ricordandosi che le certezze sono solo illusioni ad alcuni può far star male, ma ad altri fa pensare che la vita è davvero un’avventura eccitante e piena di infinite possibilità.
Lucio Dalla nella canzone “come è profondo il mare” chiede… (quant’è profondo il mare?)
Ciao Lucio!
Un detto dice: “Se vuoi far fare una grande risata a Dio, parlagli dei tuoi progetti”.
Questo non vuol dire che dio (tra l’altro questo sarebbe il dio creato dall’uomo a sua immagine e somiglianza!) è un sadico che si diverte a metterti il bastone tra le ruote.
Il vero (Io Sono) Dio si esprime attraverso la tua voce interiore, il tuo D’Io, e fa accadere tutto quanto nella tua vita è più funzionale al tuo risveglio, qualora tu stessi vivendo una vita/non vita, fatta appunto di schemi, routine, abitudini… (una vita da morto).
Se ho proiettato sulla persona amata le mie aspettative, ciò che definisco mancanza è l’interrompersi dell’abitudine.
Se vivo la mia vita in equilibrio, condividendomi e facendo parte della condivisione della vita della persona amata, il legame è molto più profondo ed è basato sulla considerazione che l’Esistenza è sacra ed unica e ciò che può mancare è il contatto con l’altra persona in questa esistenza, oltre che la condivisione con la sua Essenza.
Ma chi sa viversi nella consapevolezza sa che spazio e tempo non esistono e che Amore tiene unite esistenza ed Anime a prescindere da questi due fattori, spazio e tempo appunto.
In questo caso dovrai rinunciare al desiderio, (mica facile) per non sentire la mancanza, in alternativa proverai dolore e disperazione contro una vita a te “avversa”.
Non puoi controllare tutto, né decidere per altri, né controllare la morte, che fa parte della vita e definisce il senso di vita stessa.
La comprensione del progetto (in Alchimia “il Gioco”, nel Buddismo “avere l’occhio di Buddha”) non è semplice ed implica sentirsi parte del Progetto stesso senza opporre resistenza (sii come l’acqua, Lao Tzu) e avendo certezza (la vera Fede) che ogni cosa accade per il tuo massimo bene.
Se una persona viene a mancare o, al contrario, rimane nella tua vita, vuol dire che è così che deve essere per ora.
Impara a non dare mai niente per scontato, perché davvero non c’è niente che lo sia.
La preziosità di ogni istante è un dono che ci viene dato, un incontro, una conversazione, un respiro, un gesto.
Puoi davvero “condirlo” con tutto l’Amore che hai dentro, rendendolo armonioso, colorato, musicale, sinuoso, flessibile.
Qualche giorno fa ho rivisto due film, Forrest Gump e American Beauty.
Tralascio la critica dei film e riflettevo su un elemento che li accomuna.
Nel primo, durante la bellissima colonna sonora di Alan Silvestri, nella scena iniziale (e in quella finale) c’è una piuma trasportata (a caso?) dal vento.
Forrest la raccoglie e la mette tra due pagine di un libro raffiguranti un uomo che gioca a fare l’equilibrista su un traliccio della corrente (morte).
E la vita, non è forse un continuo gioco con la morte?
Morte intesa come fine dell’istante precedente, e vita nel presente.
L’immagine che hai di te, muore ogni istante e rinasce ogni istante.
E’ possibile cancellare i programmi vecchi ed installarne di nuovi, è possibile cambiare il modo in cui vedi la tua vita oggi e vederla con altri occhiali.
E’ possibile vivere una vita diversa, con un lavoro diverso, persone diverse.
Un modo di vivere la vita che sia piena espressione del tuo essere!
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CHE COS’È LA MANCANZA?ultima modifica: 2017-12-23T12:51:12+01:00 da Francesco Mazza